Prendere confidenza con i tempi geologici è qualcosa che richiede una certa dose di impegno e di predisposizione per la materia, e di grande aiuto può essere iscriversi alla facoltà di Scienze geologiche. Siamo abituati, infatti, a ragionare in tempi storici o al massimo preistorici perché di questi aspetti riceviamo informazioni fin dai primi anni della scuola primaria: sentiremo invece parlare di Mesozoico solo in determinate occasioni legate alla carriera scolastica oppure guardano un bel film sui dinosauri.
Per renderci conto di quanto piccola sia la presenza dell’uomo nella storia della Terra faremo una compressione, forse a molti nota, riducendo le date salienti del nostro pianeta in 24 ore, come se tutto fosse cominciato alla mezzanotte del 31 gennaio.
Ebbene, l’origine della Terra è fissata attualmente a 4,6 miliardi di anni fa, origine che noi porremo come detto allo scoccare del nuovo anno. L’era Paleozoica, quella delle trilobiti per intenderci, inizierebbe alle 21:00: in questo lunghissimo lasso di tempo abbiamo avuto le prime orogenesi, una intensa attività magmatica, i primi organismi viventi marini e probabili periodi glaciali. L’atmosfera era formata prevalentemente da metano, ammoniaca ed idrogeno.
Il Paleozoico termina 225 milioni di anni fa quindi nella nostra scala terminerebbe alle 22:48. In meno di 2 ore avremmo l’orogenesi caledonica (che ha interessato l’attuale Europa settentrionale, la Scandinavia, la Groenlandia, la Gran Bretagna) ed ercinica (che ha portato alla formazione delle prime catene montuose europee), due glaciazioni, lo sviluppo di grandi foreste, l’evoluzione degli invertebrati marini e terrestri, la comparsa di pesci, anfibi, rettili, la comparsa ed estinzione, alla fine del Paleozoico, di trilobiti, graptoliti, fusulinidi. Non avremmo ancora importanti gruppi come uccelli e mammiferi.
Alle 22.48 inizierebbe il Mesozoico che durerebbe fino alle 23:38 (corrispondenti a 65 milioni di anni fa): in soli 50 minuti avremmo comparsa, evoluzione, dominio ed estinzione dei dinosauri, grande diffusione delle ammoniti; comparsa dei mammiferi e degli uccelli; comparsa di pesci a scheletro osseo; presenza di quattro grandi continenti (Asia e Laurenzia a nord, Gondwana a sud diviso in due blocchi che alla fine del Giurassico iniziano a separarsi per cominciare a dare origine all’attuale disposizione delle terre emerse).
Al Mesozoico succede il Cenozoico che dura fino alle 23, 57 minuti e 43 secondi: in poco meno di 20 minuti si assisterebbe ad un totale rinnovamento della fauna e della flora rispetto all’era precedente. Il fatto più importante, in campo biologico, è la grande diffusione dei mammiferi, che in breve sostituiscono i rettili nel dominio di tutti gli ambienti. Si innalzano i mari che successivamente si ritirano per dare spazio a nuove terre emerse e si realizzano i movimenti imponenti dell’orogenesi alpina, che porta all’ innalzamento di tutte le attuali catene montuose: Atlante, Sierre spagnole, Pirenei, Alpi, Appennini, Carpazi, Caucaso, Karakorum, Himalaya, Montagne rocciose, Ande e molte altre. Il clima si va sempre più differenziando e si accentuano le stagioni.
Al Cenozoico subentra il Neozoico, che stiamo attualmente vivendo: siamo pertanto in un’era iniziata appena 2 minuti e 17 secondi fa. L’inizio della nuova era coincide con l’età dei ritrovamenti del giacimento di Olduvai (Tanzania) contenente scheletri di 7 individui con caratteri intermedi tra Pithecanthropus e Australopithecus associati ai primi manufatti conosciuti di pietra scheggiata.
La comparsa dell’Homo sapiens sapiens avviene alle 23 59 minuti e 56 secondi, cioè circa 4 secondi fa.
