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La sorgente sismogenetica Frosolone

2024-09-11 10:57

Riccardo Viselli

GEOLOGIA, FAGLIE ATTIVE, faglie-attive,

La sorgente sismogenetica Frosolone

La struttura sismogenetica “Frosolone” è una sorgente sismica individuale ed è catalogata dall’INGV con la sigla ITIS095

La faglia attiva Frosolone


La struttura sismogenetica “Frosolone” è una sorgente sismica individuale ed è catalogata dall’INGV con la sigla ITIS095. La traccia della faglia attiva è riportata in figura


Traccia della faglia attiva “Frosolone”


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La faglia ha una lunghezza di 36 km, una larghezza di 14,9 km, una profondità compresa tra 11 e 25 km ed una inclinazione rispetto al piano orizzontale di 70°, essendo una faglia di tipo diretto. Ha uno strike di 269° per cui è orientata perfettamente in direzione ovest – est.


Il movimento è compreso tra 0.1 e 1.0 millimetri per anno ed in occasione dell’ultimo evento sismico lo slittamento ha raggiunto i 250 centimetri


Aspetti sismici della faglia attiva Frosolone


La data dell’ultimo evento sismico è collocata nel dicembre 1456, come una delle scosse principali che si verificarono in quel periodo in gran parte del centro – sud Italia. Non è nota la data del penultimo terremoto generato da questa faglia. La massima magnitudo generabile è stimata in 7.0


Il tempo di ritorno è stimato tra 2.500 a 25.000 anni.


Il terremoto del 5-30 dicembre 1456 è considerato il più grande evento distruttivo avvenuto nella penisola italiana e uno dei più forti di tutta la storia sismica dell'Italia. Il fatto che l’area in cui si verificarono danni fu molto grande fa pensare alla presenza di più scosse master e questo ha impedito l’identificazione di sorgenti sismogenetiche plausibili. L'area interessata dalla sequenza del dicembre 1456 si estende dall'Abruzzo centrale (a nord) alla Puglia (nell'Italia sud-orientale) e dall'Adriatico alle coste del Tirreno.


La complessità dell’area in cui sono stati registrati danni può essere il risultato della presenza di molteplici sorgenti (combinazione degli effetti su tre o più allineamenti est – ovest paralleli), con ipocentri collocati a profondità superiori ai 15 km, con ampia forte propagazione ed enfatizzazione del ruolo delle anomalie locali e una relazione dinamica con le grandi unità tettoniche dell'Appennino meridionale. Mentre l'attività distruttiva principale (M> 6.5) si dovrebbe essere verificata a profondità appenninica entro i primi 10/12 km, le sorgenti attivate nei sub-eventi del 1456 dovrebbero essere localizzate nella parte inferiore dello strato sismogenico.


I ricercatori ritengono che la crisi sismica del 1456, caratterizzata da molteplici shock distruttivi in ​​un'area eccezionalmente vasta entro un intervallo di 30-45 giorni, possa rappresentare un esempio di relazione complessa tra i grandi eventi che si verificano nella più profonda crosta adriatica.


Questioni aperte sulla faglia attiva Frosolone


Gli studiosi ed i ricercatori non hanno ancora chiarito i seguenti aspetti:


Quanti sono gli shock principali che hanno costituito la sequenza del 1456?


La cinematica obliqua destrorsa è l'unica plausibile per gli shock principali?


Come hanno interagito gli shock principali a tali distanze?