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KOSMOS-482: 500 kg, diametro di un metro, impatterà con la Terra tra domani e domenica 11 maggio

2025-05-08 09:44

Riccardo Viselli

ASTRONOMIA, esplorazione-spaziale,

KOSMOS-482: 500 kg, diametro di un metro, impatterà con la Terra tra domani e domenica 11 maggio

KOSMOS 482, la sonda VENERA dell'URSS lanciata nel 1972, impatterà con la Terra in modo incontrollato tra il 9 e l'11 maggio 2025

Si tratta di una delle due sonde VENERA che i sovietici hanno ripetutamente lanciato con lo scopo di esplorare il pianeta Venere (cosa che sono riusciti a compiere in diverse occasioni inviando a Terra immagini dell’infernale suolo del pianeta e la registrazione del primo suono extraterrestre, un tuono. In rete sono disponibili una gran quantità di dati su queste missioni).


KOSMOS era il nome che l’agenzia spaziale russa assegnava ai moduli che fallivano le missioni e rimanevano imprigionati in orbita terrestre.


Per non perdere la finestra di lancio utile, era prassi inviare sempre due sonde gemelle. Nel 1972 una delle due non riuscì a completare la seconda parte del lancio e rimase in un’orbita ellittica molto allungata attorno alla Terra. Da diverso tempo si sta registrando una continua e veloce riduzione delle distanze dell’apogeo (massima distanza dalla Terra) e del perigeo (minima distanza dalla Terra) della sonda per cui il rientro è ormai prossimo.


Non essendo chiaro il momento dell’impatto, vi è forte incertezza sul punto di caduta che comunque avverrà tra la latitudine 52°N e 52°S (l’orbita della sonda è infatti inclinata di circa 52°): quindi anche l’Italia rientra in questa fascia.


Una particolarità non trascurabile di queste sonde è che erano costruite in materiali piuttosto resistenti (a base di titanio) per poter resistere alle proibitive condizioni dell’atmosfera venusiana (se quindi in questi 50 anni non ha subito danni importanti è probabile che non subisca frantumazione al rientro nell’atmosfera terrestre, decisamente meno densa di quella di Venere).


La velocità di impatto dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 km/h e quindi, considerate le dimensioni e il peso, dovrebbe generare un discreto cratere di impatto.


Nella fascia di latitudine indiziata sono presenti moltissime aree desertiche ed oceaniche; pertanto la probabilità che il rientro sia indenne è alta. Nella malaugurata ipotesi che invece cada su un’area popolata i danni sarebbero ingenti.


L’esplorazione di Venere è stata condotta con successo dall’Unione sovietica che, dal 1975 al 1982, inviò e fece atterrare diverse sonde (denominate Venera) che inviarono foto del suolo venusiano, registrarono temperature di oltre 450°C e pressioni di quasi 90 atmosfere. La Venera 13 inviò addirittura il primo suono extraterrestre: il rombo di un tuono.


Più nel dettaglio, le sonde Venera 1, 2 e 3 fallirono, schiantandosi sul suolo venusiano. Dopo i necessari aggiustamenti, fu la Venera 4 ad inviare i primi dati mostrando che la realtà era ben diversa da quella ipotizzata (all’inizio si pensava che Venere avesse un diffuso clima di tipo tropicale). La sonda che resistette un tempo maggiore nell’infernale ambiente fu la Venera 7 che atterrò alle 6.34 (ora italiana) del 15 dicembre 1972 e funzionò per circa 23 minuti (è la gemella del KOSMO-482). Le prime foto furono invece inviate dalla Venera 9 che atterrò il 22 ottobre 1975: si scoprì allora che le nubi erano spesse quasi 40 km e che probabilmente non vi era vento (visto che le rocce dove la sonda si era posata apparivano prive di tracce di erosione).


L’elevata pressione, la temperatura infernale, la presenza di precipitazioni di acido cloridrico non permisero però a nessuna delle sonde di funzionare per più di due ore dall’atterraggio.