Introduzione
Nei mesi di agosto e settembre del 2013 il territorio di San Donato Valdicomino in provincia di Frosinone (Lazio, Italia centrale) è stato interessato da uno sciame sismico costituito da 93 terremoti con magnitudo massima di 2,4 e minima di 0,4. La successione di terremoti è stata ascritta alla categoria degli sciami in virtù della definizione data da Mogi nel 1963 e Utsu nel 2002: “si definisce sciame la concentrazione di terremoti in cui non c’è un singolo terremoto di magnitudo predominante”. Differisce pertanto dalla sequenza sismica caratterizzata da un “main shock” e da “aftershocks” per la presenza di molti terremoti di magnitudo diverse distribuiti irregolarmente nel tempo.
Durata sciame e numero di terremoti
Per definire l’inizio, la fine ed il numero di terremoti dello sciame è stato utilizzato l’algoritmo ideato da Paul Reasenberg (1985) denominato CLUSTER2000 e distribuito gratuitamente dal Servizio geologico degli U.S.A. Con questo strumento è possibile definire quali terremoti di una determinata area sono interconnessi: si è così potuto verosimilmente stabilire che lo sciame ha avuto inizio il 3 agosto del 2013, è terminato il 6 settembre del 2013 ed è stato costituito da 93 terremoti.
Numero di terremoti
I terremoti totali dello sciame sono stati 93 con valore massimo giornaliero di 16 terremoti registrato il primo giorno della successione (3 agosto). Nel grafico 1 è riportato il numero di terremoti giornalieri dall’inizio alla fine dello sciame mentre nel grafico 2 la linea blu indica il numero di terremoti cumulato in quel giorno dall’inizio dello sciame e le freccia rossa la diminuzione della pendenza della curva, segnale di una diminuzione dell’attività giornaliera che si mantiene poi costante fino alla fine dello sciame (4 agosto). La durata dello sciame è stata di 36 giorni durante i quali sono stati registrati terremoti in 26 giorni (72%) e conseguentemente sono stati rilevati 10 giorni di assenza di scosse. La media giornaliera è stata pari a 2,6 terremoti/giorni totali e 3,6 terremoti/giorni attivi.
Figura 1 – Numero di terremoti giornalieri




Figura 2 – Numero cumulato di terremoti giornalieri




Magnitudo ed epicentri
La magnitudo massima è stata pari a 2,4 ed è stata il 5 agosto al 18° terremoto dall’inizio dello sciame (19%); quella minima è stata pari a 0,4 ed è stata registrata il 3 maggio, al 16° terremoto dall’inizio dello sciame (17%). La maggior parte dei terremoti ha avuto magnitudo compresa tra 1,1 e 1,5 (43%). Importante presenza di terremoti con magnitudo inferiore a 1,0 (29%). L’8% ha avuto una magnitudo maggiore o uguale a 2,0 (8 terremoti). La magnitudo media dello sciame è stata pari a 1,3.
L’andamento giornaliero della magnitudo segue quello tipico degli sciami con individuazione di una correlazione di tipo polinomiale di sesto grado mostrante tre picchi di massimo (al 9°, 49° e 89°, rispettivamente 10%, 53% e 96%) e due picchi di minimo (29° e 73° terremoto, rispettivamente 31% e 79%).
Gli epicentri hanno mostrato un ottimo allineamento in direzione antiappenninica (NE – SW).
Figura 3 – Distribuzione dei terremoti per classi di magnitudo




Figura 4 – Andamento giornaliero della magnitudo




Figura 5 – Localizzazione epicentri dello sciame (in azzurro, allineamento antiappenninico) e dei quattro terremoti M>5 che hanno interessato la zona (in rosso, allineamento appenninico)


Maggiori terremoti che hanno interessato questa area
In passato questa zona è stata interessata da 4 terremoti con magnitudo superiore a 5 nel seguito elencati in ordine cronologico:
- 17 luglio 1873 con magnitudo 5,40
- 6 dicembre 1874 con magnitudo 5,47
- 8 ottobre 1876 con magnitudo 5,17
- 31 luglio 1901 con magnitudo 5,29
Figura 6 – Epicentri dei 4 terremoti con M > 5,0 che hanno interessato la zona sede dello sciame sismico (allineamento appenninico)


