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L’attività sismica tra Civitella Roveto e Balsorano (Valleroveto) dal 2006 ad oggi

2024-09-20 10:25

Riccardo Viselli

GEOLOGIA, MONITORAGGIO TERREMOTI, faglie-presunte, monitoraggio-terremoti, lacuna-sismica-trasacco---sora,

L’attività sismica tra Civitella Roveto e Balsorano (Valleroveto) dal 2006 ad oggi

Nell’area della Valleroveto tra i comuni di Civitella Roveto e Balsorano si sono verificati in passato due 2 importanti terremoti con magnitudo superiore a 5

Introduzione


Nell’area della Valleroveto (L’Aquila, Abruzzo, Italia centrale) tra i comuni di Civitella Roveto e Balsorano si sono verificati in passato due 2 importanti terremoti:



  • San Vincenzo Valle Roveto, 11 novembre 1850: magnitudo 5,17
  • Civitella Roveto, 11 ottobre 1927: magnitudo 5,27


Considerando che il primo terremoto di cui si ha notizia si è verificato nel 1850 e l’ultimo nel 1927 si registra una frequenza di circa un terremoto con magnitudo superiore a 5 ogni 40 anni.


Si presume pertanto che in questo settore insista una faglia sismogenetica, che però non è stata ancora individuata, classificata e studiata.


La magnitudo massima attesa potrebbe essere pari a 5,30 anche se non si esclude una relazione cinematica con la vicina struttura presunta denominata “Sora”.


Inoltre, questa area con relativa faglia è all’interno della zona di “lacuna sismica” compresa tra Trasacco (AQ) e Sora (FR). Questo settore è caratterizzato dall’assenza di terremoti significativi (M>5,5) dall’anno 1.000 pur in presenza di 3 sorgenti sismogenetiche certe e 3 sorgenti sismogenetiche presunte, tra le quali quella in esame.


In questo articolo viene analizzata l’attività sismica di questo territorio, verosimilmente generata dalla struttura sismogenetica presunta in esame e registrata dalle strumentazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (la fonte dei dati è il sito del Centro Nazionale Terremoti) dal 1° gennaio 2006 ad oggi.


Figura 1 – Epicentri terremoti master (in rosso) e terremoti minori (in blu). Con la stella rossa è indicato l’epicentro del terremoto di magnitudo massima (5,60)


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Numero di terremoti mensili


Nel periodo monitorato sono stati registrati 41 terremoti, pertanto, mediamente si registra molto meno di un terremoto al mese (0,2); il mese di settembre, con 0 eventi, sta facendo finora registrare un’attività nella media. Il numero massimo di terremoti mensili è stato pari a 4 nel mese di gennaio del 2024 (figura 2). Il dettaglio dell’attività dell’ultimo anno mostra un incremento generalizzato del numero dei terremoti mensili rispetto alla media (figura 3).


Figura 2 – Numero terremoti mensili dal 2006 ad oggi


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Figura 3 – Numero terremoti mensili ultimo anno


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Nel grafico di figura 4 è riportata la media cumulata del numero di terremoti mensili, quella cioè ottenuta mediando il numero di terremoti di tutti i mesi precedenti a quello in esame. L’attività media mensile mostra un andamento caratterizzato da una diminuzione fino a maggio 2015, seguita da un incremento fino ad agosto 2015, seguita da una costante diminuzione fino a novembre 2023 cui è un seguito un nuovo aumento tuttora in corso, evidenza confermata anche dal grafico di dettaglio dell’ultimo anno (figura 5).


Figura 4 – Media cumulata terremoti mensili dal 2006


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Figura 5 – Media cumulata terremoti mensili ultimo anno


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Evoluzione magnitudo dei singoli eventi


La magnitudo media degli eventi finora registrati è pari a 1,259 ed il valore massimo è stato pari a 2,6 (19 luglio 2020).


La maggior parte dei terremoti (56,1%) ha fatto registrare magnitudo comprese tra 1 e 2; non trascurabile la presenza di eventi con magnitudo molto bassa (39,0%). Il valore minimo registrato è stato pari a 0,6 relativo ad un solo terremoto.


L’andamento della magnitudo nel tempo mostra un tipico andamento sinusoidale con 2 culmini (aprile 2011 e luglio 2020) e 3 minimi relativi (dicembre 2007, maggio 2015 e dicembre 2023). Emerge pertanto una “lunghezza d’onda” pari a circa 9 anni. La curva, in fase ascendente, dovrebbe raggiungere il nuovo massimo indicativamente nella seconda metà del 2029 (figura 6).


Figura 6 – Evoluzione magnitudo dei singoli eventi


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Magnitudo media mensile


Mediamente la magnitudo mensile è pari a 1,279; finora la magnitudo media di settembre non è classificabile per assenza di eventi. Il valore massimo è stato registrato nel mese di luglio del 2020 con una media di 2,600 (figura 7).


Figura 7 – Magnitudo media mensile dal 2006


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Figura 8 – Magnitudo media mensile ultimo anno


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Nel grafico di figura 9 è riportata la media cumulata calcolata in modo analogo a quella relativa al numero di terremoti mensili. Si registra un andamento molto irregolare legato alla scarsità di terremoti con diverse fasi ascendenti e discendenti. Allo stato attuale sembrerebbe verificarsi un aumento dei valori, evidenza confermato anche dal dettaglio dell’ultimo anno di attività (figura 10).


Figura 9 – Media cumulata magnitudo media mensile dal 2006


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Figura 10 – Media cumulata magnitudo media mensile ultimo anno


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Magnitudo massima mensile


Mediamente, la magnitudo massima mensile mostra un valore pari a 1,331; il mese di settembre per assenza di eventi non è classificabile. Come detto, il valore massimo, pari a 2,600, è stato registrato nel mese di luglio del 2020 (figura 11).


Figura 11 – Magnitudo massima mensile dal 2006


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Figura 12 – Magnitudo massima mensile ultimo anno


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Nel grafico di figura 13 è riportata la media cumulata calcolata in modo analogo a quella relativa al numero di terremoti mensili. Si registra un andamento irregolare legato alla scarsità di terremoti ed attualmente dovrebbe registrarsi una fase di aumento dei valori, evidenza confermata anche dal dettaglio dell’ultimo anno di attività (figura 14).


Figura 13 – Media cumulata magnitudo massima mensile dal 2006


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Figura 14 – Media cumulata magnitudo massima mensile ultimo anno


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Profondità ipocentri


La maggior parte degli ipocentri (70,7%) è localizzata ad una profondità tipicamente appenninica (tra 8 e 12 km). La profondità media è pari a 10,6 con il valore minimo di 5,0 km e massimo di 25,1 km.


Figura 15 – Distribuzione profondità ipocentri


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