La sorgente sismogenetica Paganica

La faglia attiva Paganica

La struttura sismogenetica “Paganica” è una sorgente sismica individuale ed è catalogata dall’INGV con la sigla ITIS131. La traccia della faglia attiva è riportata in figura

Traccia della faglia attiva “Paganica”

Traccia della faglia attiva paganicapng

La faglia ha una lunghezza di 14 km, una larghezza di 9,5 km, una profondità compresa tra 3 e 9,5 km ed una inclinazione rispetto al piano orizzontale di 43°, con un assetto pertanto da faglia diretta. Ha uno strike di 133° per cui è orientata all’incirca nordovest – sudest, ad andamento appenninico.

Il movimento è compreso tra 0.2 e 0.5 millimetri per anno ed in occasione dell’ultimo evento sismico lo slittamento ha raggiunto i 60 centimetri.

Aspetti sismici della faglia attiva Paganica

La dell’ultimo evento sismico è quella del ben noto terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009, mentre è ignota la data del penultimo evento sismico. La massima magnitudo generabile è stimata in 6.3

Il tempo di ritorno è stimato tra 1.200 a 3.000 anni.

Il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 ha colpito una porzione dell'Appennino centrale che si riteneva fosse particolarmente nota da un punto di vista sismotettonico. La regione sta subendo un'estensione in direzione SW-NE ed è colpita da forti terremoti con magnitudo fino a 7.0. Nel corso degli anni sono state mappate numerose faglie attive, per lo più estensivi e con immersione a SW, ma per molte di esse non vi è accordo riguardo allo stato di attività e al livello gerarchico (cioè la relativa rilevanza ai fini della definizione della pericolosità sismica). Analogamente alle faglie superficiali mappate, tutte le diverse sorgenti sismogenetiche proposte in letteratura prima del terremoto di L'Aquila hanno immersione a SW ed hanno cinematica di tipo estensionale; le relazioni geometriche e dimensionali di ciascuna fonte sismogenetica con le sovrastanti faglie superficiali, tuttavia, sono state oggetto di un vivace dibattito per almeno un decennio.

Secondo l'attuale catalogo storico, negli ultimi 7 secoli la regione colpita dalla sequenza del terremoto del 2009 e quella situata a sud-est dell'Aquila è stata colpita da tre terremoti master:

3 dicembre 1315 con magnitudo 5.6: un terremoto su cui si sa ben poco, noto per aver danneggiato genericamente "i castelli dell'Aquila";

27 novembre 1461 con magnitudo 6.4: simile, come energia, a quello del 2009, ma di difficile localizzazione causa del piccolo numero di dati di intensità, che probabilmente riflettono una sovrapposizione con gli effetti del terremoto del 1456, sul versante settentrionale del Massiccio della Maiella;

6 ottobre 1762 con magnitudo 6.0: colpì tutti i villaggi intorno a San Pio delle Camere. Le distribuzioni dei danni del terremoto del 1461 e di quello del 1762 sono piuttosto simili a quelle del terremoto del 2009, ma si spinsero più verso sud-est.

Nel complesso, la scarsa accuratezza delle informazioni disponibili non consente di assegnare nessuno di questi terremoti con sicurezza alla struttura che ha generato il terremoto del 6 aprile 2009 o alle fonti vicine.

Questioni aperte sulla faglia attiva San Pio delle Camere

Gli studiosi ed i ricercatori non hanno ancora chiarito i seguenti aspetti:

  • il terremoto del 6 aprile 2009 di magnitudo 6.3 è caratteristico della sorgente sismogenetica Paganica?
  • Si sono verificati paleoterremoti di magnitudo superiore come testimonierebbero gli spostamenti rilevati?
  • Quali sono le strutture responsabili dei terremoti del 1461 e del 1762?
  • Che relazione vi è tra la struttura sismogenetica del terremoto del 6 aprile 2009 e la faglia di Paganica?
  • Quali sono i rapporti tra la struttura sismogenetica del terremoto del 6 aprile 2009 e le altre faglie che delimitano il bacino de L’Aquila?